Osservare oggi la tastiera di un pianoforte, con la sua ordinata successione di tasti bianchi e neri, potrebbe indurre a immaginare la scala musicale come un concetto ordinato e stabile. Eppure per secoli quel particolare metodo di accordatura che ne costituisce il fondamento, il cosiddetto "temperamento equabile", è stato considerato un crimine contro Dio e la natura. Filosofi, artisti e scienziati come Pitagora, Fiatone, Leonardo da Vinci, Galileo, Keplero, Descartes, Newton, Rousseau e Diderot se ne sono fatti paladini o vi si sono scagliati contro, utilizzando ogni arma dialettica a propria disposizione, in un clima di violenta e continua controversia. Dietro le loro parole e i loro trattati si intravede il mondo della musica e del musicisti, con la sua peculiare miscela di ricerca del nuovo e piacere del suono, di pensiero e artigianato. In un libro impeccabilmente documentato ma al tempo stesso traboccante di prospettive originali, aneddoti curiosi e ritratti umanissimi di alcuni tra i più grandi geni di tutti i tempi, Isacoff introduce il lettore a una vicenda della nostra civiltà musicale di inaspettata complessità e ricchezza, riuscendo a mantenere una vivacità e un ritmo narrativo degni di un romanzo.
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